Biopsia diagnostica

Non raramente si rende necessario praticare un prelievo bioptico in corrispondenza di un’area colposcopicamente alterata, indice di possibile patologia.

La biopsia consente di ottenere una valutazione “istologica” della lesione, cioè sul tessuto che viene prelevato e non soltanto sulle cellule di sfaldamento così come vengono raccolte mediante il pap test. La diagnosi può in tal modo essere posta con maggiore accuratezza e può fornire con maggiore attendibilità un’indicazione sul trattamento da adottare.

La biopsia (che può essere singola, mirata oppure multipla) consiste nel prelevare un piccolo frammento di tessuto mediante l’uso di pinze dotate di morsi di varia forma e dimensione, a seconda del tipo di prelievo che si vuole effettuare e viene praticata sotto guida colposcopica.
La biopsia diagnostica del collo uterino è sostanzialmente indolore (non viene infatti effettuata anestesia locale), generalmente rapida e può provocare un modesto sanguinamento nella sede del prelievo che si arresta spontaneamente in poco tempo.
Il materiale così ottenuto viene poi inviato al laboratorio di patologia dove sarà analizzato ed interpretato.

Ovviamente, anche se con minore frequenza, analoghe procedure bioptiche possono essere impiegate in corso di vulvoscopia o di peniscopia sulla cute o sulle mucose dei genitali esterni femminili e maschili. In questi casi si pratica una modesta anestesia locale.

    


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